Il diario di viaggio
Il Meltemi ce li porta e ce li porta via
1 luglio
Un’emozione forte, quella di veder profilata all’orizzonte la silhouette di Zoomax che questo pomeriggio ci ha raggiunti nella baia di Aliki. L’incontro con barche amiche conosciute in precedenza è sempre un evento, ma ritrovare compagni con i quali si sono solcati mari insidiosi e con i quali si é condivisa la fatica di navigazioni estenuanti, ha qualcosa di speciale. Fra questi Anna e Paolo di Zoomax occupano un posto privilegiato, avendo condiviso con noi la navigazione dalla Thailandia all’Egitto, proprio nella “high risk zone” del golfo di Aden.
Compiuto un giro attorno a A Go Go gettano l’ancora poco più in là. Anna saltella qua e là sul ponte, lanciando baci; Paolo al timone sfoggia uno dei suoi più solari sorrisi; sotto gli occhi sorpresi di tanta enfasi dei loro nipotini che li hanno raggiunti per una vacanza. L’entusiasmo é alle stelle, ma ben presto le previsioni meteo diventano l’argomento prioritario. Un concistoro fra gli equipaggi di Zoomax, Cautha e A Go Go, innesca un po’ di vicendevoli ansie. Le ancore terranno ? Non é il caso di mettere una seconda ancora ? Ci saranno altre baie più riparate dalle raffiche che le previsioni danno sopra i 30 nodi ? Antonella e Stefano ci guardano con occhi sgranati. Ad Antonella cominciano a rizzarsi i capelli in testa, con un lieve accenno di tachicardia. Aiutiamo Cautha a perfezionare la sua linea di ancoraggio, ma l’equipaggio non pare rassicurato da queste misure. Il pensiero va subito al porto più vicino, quello di Kofounisi, dove anche Zoomax é diretta. Così, dopo un paio di giorni, il Meltemi prende Cautha e Zoomax e ce li porta via. Entrambi ci precedono a Kofounisi.
Romano
Ululati … del vento
4 luglio
La prua brandeggia a destra e a sinistra, tenacemente trattenuta dalla catena e dall’ancora insabbiata nel fondale della baia di Aliki, sull’isola di Paros. Siamo approdati qui lo scorso 1 luglio per fare una sorpresa agli amici Micaela e Fabio, che, insieme a Chiara, sono ormai diventati qui degli esperti sub sotto la guida di Sara (www.cycladicdiving.com). 37 nodi di vento ci trattengono per sicurezza a bordo durante l’intera giornata. In pozzetto osserviamo affascinati la forza della natura. Le folte fronde degli alberi si piegano e lambiscono i tetti delle case bianche come volessero spolverarli. Le raffiche sollevano nuvoloni di sabbia sulla spiaggia. Materassini e salvagenti a ciambella sfuggono di mano e, come impazziti, prendono il largo sulla superficie increspata della baia. Al nostro vicino tedesco si é rovesciato il gommone. Dai gesti intuiamo facilmente le sue imprecazioni soffocate dai lunghi uuuhuuuuhuuuu del vento che ci riempie le orecchie e ci sferza il viso scompigliandoci i capelli, stopposi, inariditi dal sale e dal sole. Lo spettacolo ci mette addosso un senso di svogliatezza, quello tipico delle lunghe attese. Rinunciamo persino alla nostra nuotata quotidiana. Ogni tre ore consultiamo i siti meteo nella speranza di cogliere il momento buono per effettuare un’altra tappa verso il Dodecaneso che diventerà l’area di navigazione estiva di A Go Go.
Romano …
e con l’ululato del vento arriva anche il rombo degli aerei che passano sopra gli alberi di A Go Go quasi a sfiorarli; il piccolo aeroporto di Aliki é proprio davanti a noi, poco oltre la spiaggia.
Capo Horn
27 giugno
No, non abbiamo sbagliato strada, o meglio, rotta. Da un paio di giorni Antonella, di Cautha, é agitata. “dobbiamo doppiare un capo molto pericoloso … “, lo ha letto sul portolano della Grecia.
Verifichiamo anche noi. In effetti sembra che l’ultimo dito del Peloponneso, Capo Malèas, sia particolarmente infido. È possibile transitare con calma piatta, ma é pure possibile che arrivino forti venti e onde a contrastare se non addirittura impedire la navigazione.
“Cavolo” dico a Romano “ma noi a ottobre quando abbiamo navigato dalla Grecia all’Italia, siamo passati da qui e non ci siamo accorti di nulla, nemmeno ci eravamo informati ?!?!”. Cerco subito sul libro di bordo, non c’é riportato nulla, solo “navigazione a motore”. Romano, con la sua solita pazienza mi dice “se non ho scritto nulla, vuol dire che non c’era nulla da scrivere, perché nulla é successo”. Ha ragione. Cerco di tranquillizzare l’equipaggio di Cautha ma non sono convinta di esserci riuscita.
Luana
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