17 novembre


Ogni volta che torniamo alle radici, in Ticino, ci sentiamo un po’ più inadeguati e spaesati della volta precedente. Vivere in barca é un po’ come vivere in un altro mondo e ad un altro ritmo, lontani dall’evoluzione frenetica del tempo e dalle novità di cui é lastricato il sentiero della storia. Così, guidare nei centri cittadini, fra nuovi sensi unici, percorsi obbligati, lavori in corso, aree di posteggio scomparse, circonvallazioni, gallerie e semisvincoli, diventa un esercizio di grande concentrazione. Prelevare allo sportello banconote da 500 franchi per sentirsi rispondere che ormai da parecchio sono state messe fuori corso, ci fa arrossire. Ci sentiamo anche noi ragazzi della Via Gluck nel constatare come altri terreni e vigneti siano stati aggrediti dalle ruspe. Là dove c’era l’erba ora c’é … una caterva di palazzine che insinua l’interrogativo : ci sarà gente a sufficienza per occupare tutte queste case ? Non si rischia il fenomeno della abitazioni sfitte ? La velocità con cui appaiono sul mercato nuovi cellulari, aggeggi e giochi elettronici, modelli di automobili, ci sorprende. Possibile che tutto diventi così obsoleto sempre più in fretta ? Guardando il nostro cellulare “vecchio” di soli tre anni, proviamo tenerezza. Speriamo che duri.

Apprendere la scomparsa di qualche amico o conoscente ci confronta con la legge dell’impermanenza. Tutto sorge e passa. Quello che sta fra i due (nascita e scomparsa) ce lo creiamo con l’atteggiamento mentale.

Ma ciò che forse chi é immerso in questa realtà nota meno é la progressiva spirale di restrizioni alla libertà. Da quando siamo partiti, di anno in anno, nuove leggi, nuove norme, regolamenti, nuovi radar, apparecchiature di videosorveglianza, sistemi di controllo e tracciamento, ci vengono confezionati addosso come camicie di forza. Il futuro, delineato dalla scienza é ancora più preoccupante. Automobili senza conducente, robot che vanno a sostituire un’ampia gamma di professioni. Cosa faremo quando verremo sostituiti da esseri pensanti di latta ? Basta riguardare i vecchi film di fantascienza per dire : ci siamo.

E noi ? Più vediamo allontanarsi verso il futuro il mondo che ci ha fatto da culla, più ci avviciniamo alla natura, alla semplicità e all’essenziale, insomma … alla Terra.

Questa inversione di marcia ci sembra l’unica via praticabile per evitare di diventare i futuri schiavi dei robot.

 

Romano