Il diario di viaggio

13 maggio

Come gli scalatori osservano la cima dell’Everest per imbroccare il momento più propizio alla conquista della vetta, da alcuni giorni teniamo d’occhio il leggendario Monte Erice (750 m s/m). Soltanto oggi, per qualche oretta, l’omonimo suggestivo borgo medievale (Erice, appunto) si é liberato delle nubi che lo sovrastavano e, dopo che ci siamo affrettati a prendere la cabinovia, ha svelato chiese (una sessantina !) e fortezze dall’aspetto austero, da cui si gode una meravigliosa vista sulle pianure circostante fino al mare e anche oltre, sulle isole Egadi : Marettimo, Favignana e Levanzo.
Il borgo é storicamente noto come centro di culto di Venere Ericina (Afrodite per i greci). I misteriosi elini che la abitarono rivendicavano la discendenza dalla stirpe del mitico eroe troiano Enea, figlio di Afrodite. All’interno del sacro tempio sulle rovine del quale venne eretta la fortezza normanna oggi chiamata Castello di Venere, i seguaci della Dea si univano alle sacerdotesse di Venere che praticavano la prostituzione sacra, un genere di prostituzione al quale francamente non avevamo mai pensato.

Romano

7 maggio

Non c’é navigante, pescatore o diportista salpato da Sciacca che non si sia raccomandato alla Madonna che troneggia su un imponente basamento al centro del porto.
Impossibile non vederla, impossibile ignorarla perché - credenti o miscredenti, devoti o agnostici - fa pensare chi va per mare. Ai suoi piedi sta scritto a lettere cubitali “uscendo segnati entrando ringrazia”.
Anabaterio era il sacrificio che solevano fare i greci prima di imbarcarsi. Ebaterio era invece quello che offrivano nello sbarcare dopo un felice viaggio o per ringraziare di aver felicemente preso terra. Dall’avvento del cristianesimo, i marinai tributano un culto a moltissimi santi, ma specialmente alla Vergine Maria che hanno eletto a patrona e alla quale sono dedicati numerosi santuari. Come dimenticare che al santuario di Nostra Signora del Gazzo, sulla sommità del Monte Gazzo, a Sestri Ponente, proprio sopra il marina di Genova, più o meno consapevoli dell’impegnativa e rischiosa impresa che ci accingevamo ad affrontare, ci siamo recati a piedi anche noi, alla vigilia della nostra partenza per il giro del mondo, nell’agosto 2011. È promesso : ci ritorneremo nuovamente per sciogliere il nostro voto una volta conclusa la nostra navigazione. Proprio come consigliava il Baldi, nella sua “Nautica” :

“quando fia poi che la tua stanca nave
Abbi accolta nel porto, il passo umile
Mover dèi verso il tempio, e sciorre voti.” (Nautica, III)

Romano

 

PS elica di prua riparata, elica del motore senza danni

8 maggio

Una ripida scalinata che si affaccia sul mare ci conduce dal porto ad una grande piazza-terrazzo da dove, un po’ trafelati, ammiriamo il paesaggio sul mare. È soltanto la prima tappa. Poi, attraverso un dedalo di stradine in salita, sbuchiamo in Piazza Noceto dove, fedeli alla tradizione, i saccensi (così si chiamano gli abitanti di Sciacca) celebrano la festa dell’Ascensione, “la Sceusa”, con tanto di corteo degli animali bardati a festa e benedetti dal Vescovo. Ci lasciamo così sprofondare in un passato che intreccia sacro e profano ammirando questo invidiabile attaccamento a sagre e tradizioni folcloristico-religiose che purtroppo da noi si sono quasi perdute.

 

Romano