Il diario di viaggio

2 settembre


L’ambiente é surreale. Sembra di essere all’ancora in mezzo ad uno dei nostri laghetti di montagna. In realtà, siamo a Vathi, un’insenatura naturale protetta da tutti i venti in cui il tempo sembra essersi fermato. Sul versante occidentale, un gruppuscolo di case povere che rispecchiano la Grecia profonda, quella dimenticata da tutti e ignara di quel che succede attorno, concentrata sulla pesca di piccolo taglio, sulla pastorizia e sull’allevamento di galline e maiali. Al primo colpo d’occhio si nota come qui la vita sia dura, come ogni giorno vada strappato alla natura. Uomini e bestie uniti e accomunati da una specie di solidarietà contro la siccità e l’avarizia della natura.
La capra, allunga il collo fuori dal recinto per cogliere con la punta della lingua protesa allo spasmo la fogliolina finalmente cresciuta alla sua portata. Dentro al perimetro solo arbusti rinsecchiti e polvere, tanta polvere. I maiali, ricoperti di cenere, sembrano felici nella loro singolare dimora ricavata da una vecchia fornace per mattoni. Galli e galline in libertà si avventano su un piccolo formicaio. Il profumo di salvia é intenso, accentuato dalle folate di vento caldo che ci investono gonfiando le nostre camice.
L’unica taverna é accogliente e invitante al tempo stesso. Gente semplice, cordiale, con cui leghiamo subito nonostante le difficoltà linguistiche. A volte, chissà perché, simpatia e affetto si instaurano come per magia fra perfetti sconosciuti che nemmeno si capiscono tanto bene, lasciando un piacevole, confrontate ricordo.

 

Romano

3 settembre


Scarpinata senza un filo d’ombra fino alla fortezza di Pothia (Péra Kastro) dove gli abitanti, fino al XVIII secolo, trovavano rifugio dalle incursioni dei pirati. Fra le mura in rovina é ancora possibile notare i resti delle antiche case in pietra, del serbatoi d’acqua e di sei suggestive chiesette del XV secolo, alcune decorate con pregevoli affreschi.
Il panorama é incantevole. In silenzio, lasciamo correre l’immaginazione. Abitanti in apprensione osservano schiere di predoni col fiatone, armati fino ai denti, che si inerpicano su per il ripido pendio roccioso, decisi ad espugnare il presidio per saccheggiare qualunque cosa abbia un valore. Homo homini lupus.

Ridiscesa l’interminabile scalinata torniamo ai giorni nostri. Lo sbarco di compagni di viaggio con i quali si é trascorso in serenità e buon umore un periodo di navigazione é un momento carico di significato, poiché condensa e sintetizza le emozioni e situazioni magiche vissute insieme. Con questo spirito abbracciamo forte Micaela e Fabio che volano alla loro Paros.

 

Romano


4 settembre


Grazie ad una fata Elvis scende dal taxi con la sua sacca del marinaio rossa per imbarcarsi su A Go Go. La sua presenza discreta e meditativa entra perfettamente in sintonia. È bello incontrare persone che non temono i lunghi silenzi e la contemplazione del paesaggio, alternandoli a piacevoli discussioni sulle proprie esperienze di vita attorno al tavolo.

 

Romano