31 Agosto


“Kos Marina, this is sailing yacht Fare Niente, over”. Una ad una, in fila indiana, le barche da charter premono all’ingresso del porto. La vacanza é salvata nella memoria dei ricordi. È ora di riconsegnare la barca. Ma prima c’é da affrontare la manovra di ormeggio, manovra delicata sia per il forte vento che spesso complica le cose, sia per la scarsa esperienza e conoscenza della barca da parte degli occasionali skipper. Capita quindi di assistere a manovre rocambolesche dai risvolti spesso tragicomici. Già avevamo riferito di quella volta che, mollati gli ormeggi, uno skipper polacco imprecava, poiché - nonostante tutta la forza impiegata - non riusciva a girare il timone per guadagnare l’uscita del porto. Stava per speronare un grosso yacht quando il responsabile della società di charter, gli occhi terrorizzati, gli ha urlato dal pontile di disinserire il pilota automatico.

Nel frattempo altri episodi cui abbiamo assistito, si sono aggiunti :

  • l’equipaggio di russi, tutti uomini, che rientra urlando ripetutamente “no panic” talmente ubriaco da nemmeno riuscire a lanciare le cime all’ormeggiatore sul pontile;
  • l’equipaggio austriaco che ha dimenticato di esporre i parabordi e di preparare le cime d’ormeggio, al punto che quando l’ormeggiatore grida loro di mettere due cime a poppa si guardano sbalorditi finché uno non si precipita a frugare nel gavone dal quale prima toglie un enorme sacco di rifiuti, due materassini gonfiabili, pinne, una canna da pesca ed ecco che finalmente compare una cima di qualche metro, giusta giusta per collegare la bitta al pontile ed evitare che la barca rimanga pericolosamente in balia del vento;
  • l’equipaggio sfortunato di tedeschi che con la chiglia e l’elica rimane impigliato nel cavo che collega il corpo morto al pontile. La barca diventa ingovernabile e loro osservano sgomenti e impotenti l’inesorabile deriva che precede un rovinoso accostamento perpendicolare alla prua di altre barche.

Senonché, ecco che provvidenzialmente interviene la cavalleria. Come le volanti della polizia si precipitano sulla scena del crimine, due ormeggiatori, ognuno a bordo del proprio gommone, provocano un moto ondoso per affrettarsi a soccorrere l’equipaggio paralizzato dal panico che tenta di distanziare le altre barche afferrandole per le draglie con entrambe le mani. Uno degli ormeggiatori spinge via la barca col muso del gommone, mentre l’altro prende “al lazzo” l’ancora a prua e tira. Pericolo scampato, una spinta qua, una trazione là, ed ecco che la barca viene ormeggiata senza danni. Occorre quindi rendere merito a questi ormeggiatori che in condizioni spesso difficili, come cowboys, riescono molto abilmente a condurre la mandria nel “corral”, evitando ingenti danni.

 

Romano