10 luglio
La persiana verde si schiude lentamente, spinta da un braccio peloso. Fuori, il mondo. Da un quarto d’ora, una piccola folla ha cominciato ad assieparsi lungo il viottolo. Inglese, spagnolo, tedesco, italiano, danese, francese, si intrecciano nello sciame di gente in attesa del proprio turno per ordinare Pitta Gyro o Pitta Chicken. La scelta é limitata : pollo o porco. Vada per il pollo.
La formula é a dir poco geniale, nella sua disarmante semplicità. Costi fissi bassissimi, spazi ridottissimi, pochi prodotti ma gustosi, senza stoviglie e a basso prezzo, ovviamente attraverso una finestrella che collega i due mondi. Il pane arabo si piega in due nelle abili mani del cuoco che con gesti rapidissimi spalma tzatziki, introduce spicchi di pomodori e sottili fettine di cipolla, afferra uno spiedino di pollo e lo sfila nella farcitura, getta la bacchetta di legno e spulcia un pezzo di carta alimentare con cui avvolge il preparato sotto gli occhi sgranati del cliente che affacciato al piccolo sportello segue attento, scrutando fra le vampate di fumo della griglia, la confezione del proprio manicaretto.
All’esterno, chi é gia servito, si accomoda su scalini, muretti, balaustre o vasi da fiori degli edifici attigui. I più fortunati riescono ad accaparrarsi uno dei pochi tavolini traballanti di plastica che l’oste ha messo lungo il viottolo. La situazione é poco confortevole, ma l’originalità della proposta e i prezzi (2,5 euro per un gustoso paninozzo farcito) ne decretano il successo. Sicché, non v’é turista o viandante che soggiornando a Koufonisia non opti, almeno per una sera, per una cena volante alla “persiana verde”.
Romano