27 maggio
Fa una certa impressione pensare che nel punto preciso in cui abbiamo gettato l’ancora, nel 241 a.C. la flotta romana, forte di 200 navi, ebbe la meglio su 700 imbarcazioni cartaginesi, ponendo così fine alla prima guerra punica. Una consistente ipoteca sulle sorti della Sicilia, dove l’Impero romano consolidò le proprie roccaforti di importanza strategica. Scrutando i dintorni cerco di immaginare le varie fasi dell’attacco, a cominciare dalla sorpresa dei cartaginesi che pensavano di farla franca passando a ovest di Favignana e a nord di Levanzo per raggiungere la roccaforte cartaginese di Erice, dove i loro compatrioti, assediati dai romani, attendevano viveri e rifornimenti. La flotta romana si era però nascosta proprio a sud-est di Levanzo. Luogo rivelatosi ideale per sbarrare la rotta ai cartaginesi. Il “rostro”, una specie di ariete in bronzo montato prua delle imbarcazioni aveva la funzione di speronare e sfondare gli scafi nemici facendoli colare a picco. In queste acque ne sono stati ritrovati parecchi.
Romano