26 maggio
Da secoli i banchi di tonni pinna azzurra, provenienti dall’oceano Atlantico, entrati in Mediterraneo da Gibilterra, vengono a riprodursi al largo delle coste della Sicilia occidentale. Fedeli alla tradizione, i pescatori di Favignana, tra la fine di maggio e inizio giugno, secondo uno schema preciso, disponevano sette chilometri di reti per far confluire i tonni in una serie di compartimenti sfocianti nella cosiddetta “camera della morte” dove radunati numerosi esemplari i pescatori chiudevano le reti e davano inizio alla mattanza (dallo spagnolo “matar” : uccidere), arpionando le prede e tirandole a bordo delle barche. La presenza sull’isola di alcuni anziani pescatori, fra cui anche l’ultimo “Rais” (così veniva chiamato il capo della tonnara), ma soprattutto l’ex stabilimento Florio, dove i tonni venivano inscatolati, ormai divenuto un interessante museo, ci permettono di cogliere l’atmosfera di un tempo.
La tradizione della mattanza si é interrotta nel 2007 a causa della progressiva e inesorabile diminuzione dei tonni nelle acque locali. Ormai, i tonni vengono già pescati in Atlantico, avvistati dagli elicotteri e braccati senza tregua da enormi navi, per cui sono pochi quelli che riescono ad entrare in Mediterraneo.
Anche quelli che dovessero attraversare lo stretto di Gibilterra hanno scarse probabilità di sopravvivere. Dagli anni 1960 il tonno non si pesca ormai più soltanto fra maggio e giugno, bensì tutto l’anno ovunque; oltretutto andando in profondità con palangari e metodi indiscriminati come le reti a deriva e i tramagli. Così, catturando qualsiasi pesce, non solo il tonno, il mare si ritrova impoverito. Ci sembra di rivivere anche qui quanto ci é capitato di vedere nell’oceano Indiano, fra Indonesia, Malesia e Thailandia, dove ormai di pesce non ce n’é quasi più. La bramosia umana non ha limiti. Avremmo tutti molto da imparare dai pescatori delle Salomon, che nella loro semplicità e saggezza, si autolimitano, lasciando “riposare” per almeno un anno intere insenature e ampie zone di pesca prima di tornare a gettarvi i loro rudimentali ami di legno. Non c’é dubbio, il futuro dell’umanità non può che tendere al vegetariano … sempre che ci sia un futuro.
Romano