12 marzo
Il cielo é plumbeo, alcune gocce iniziano a scendere ma tutto questo non ci spaventa. Come Indiana Jones che inseguiva la pietra verde noi, inforcate le biciclette, partiamo alla ricerca della seppia “nera”.
Le informazioni assunte nei giorni precedenti e le indagini svolte a tappeto nel ragusano ci conducono a Donnalucata. Sembra che questo sia il luogo dove la seppia si ferma e volente o nolente si trasforma in seppia ripiena, seppia alla griglia, seppia in umido o ancora in focaccia al nero di seppia.
L’entrata del paese di Donnalucata é transennata, questo é sicuramente il segnale che “qualcosa si muove”. In sella ai nostri cavalli di ferro percorriamo il lungomare e le viuzze interne, ma … niente seppie all’orizzonte. Dobbiamo raccogliere altre informazioni. Ci avviciniamo a tre vecchietti che sembrano del luogo. “No, ci dicono, la sagra non c’é, é stata “rescpinta” a causa del cattivo tempo. Potrete però assistere stasera alla cavalcata”, chiediamo a che ora, “a partire dalle 1830 o forse 1900 o forse 2000, ma non preoccupatevi proseguirà fino a notte inoltrata”. “Va bene, ma le seppie?” “Ah, quelle potete trovarle al Forno”.
Ci rimettiamo in sella e dopo qualche minuto, aiutati anche dal profumo di pane fresco, raggiungiamo il forno. Qui finalmente troviamo la seppia. Dietro il banco due signore stanno esponendo seppie ripiene e focaccia ripiena di seppia a scelta con o senza il nero.
Tre con il nero, due senza, sei ripiene. Gli equipaggi di A Go Go, Cautha, Zoomax e Larosa, riprendono la via del mare e sul molo di Donnalucata, papille febbricitanti, assaporano delle ottime seppie. Denti neri, lingua e labbra nere e naturalmente anche la camicia di Romano é bella nera.
Niente di grave anche Indiana Jones dopo le sue avventure si ritrovava un po’ di fango sui vestiti.
Luana